Nel corso degli ultimi anni una ritrovata sensibilità verso l’ambiente e la salute del pianeta sta coinvolgendo le nuove generazioni di professionisti che, a prescindere dal settore, cercano attivamente soluzioni capaci sia di preservare l’ecosistema circostante che di ridurre drasticamente la produzione di agenti inquinanti.

Durante l’ultimo ventennio nel settore edile questa tendenza Green si è tradotta in modalità di costruzione sempre più ecologiche votate alla bioedilizia e all’architettura sostenibile.

Cosa vuol dire costruire in maniera Green.

Questa nuova filosofia edilizia che si preoccupa dell’ambiente ha come pilastro portante il concetto di Sostenibilità: ovverosia la realizzazione di edifici che generino una bassa Carbon Footprint in ogni fase della loro vita, che siano inseriti in maniera virtuosa nel loro contesto e, soprattutto, che una volta abbattuti non lascino macerie di difficile smaltimento ma materiali riutilizzabili, riciclabili o biodegradabili.

Per realizzare degli obbiettivi così importanti sarà necessario da parte di architetti, ingegneri, costruttori, impiantisti e termotecnici un grande impegno corale sia nella fase di progettazione sia in quella di realizzazione che avrà nell’individuazione dei materiali edili la fase più importante per la riuscita dell’intera opera.

I materiali necessari per una costruzione sostenibile.

Teoria dei materiali sostenibili:

Per poter essere definito ecologico o sostenibile un materiale edile dovrà soddisfare quattro caratteristiche principali:

  • La prima sarà quella di produrre una bassa Carbon Footprint, ovverosia un basso impatto ambientale in ogni fase del suo ciclo vitale. In sostanza durante la progettazione di un edificio si procederà a scegliere un materiale che dalla sua nascita alla sua tomba (espressione mutuata dall’inglese “from the cradle to the grave”) avrà prodotto il minor quantitativo di emissioni negative. Con un esempio possiamo dire che un pannello di legno dal momento della sua nascita (estrazione della materia prima) fino a quello della sua morte (smaltimento o riciclo) produrrà una Carbon Footprint più bassa di un pannello in mattoni (che richiederà materie prime più difficili da estrarre, una lavorazione industriale più lunga e sarà anche più difficile da smaltire).
  • La seconda caratteristica invece è quella di permettere una produzione, una lavorazione ed una trasformazione a basso consumo energetico – o comunque particolarmente efficiente – anche sul sito di utilizzo finale e sempre producendo il minor quantitativo possibile di emissioni inquinanti.
  • La terza caratteristica prevede la totale assenza di emissioni nocive all’interno degli ambienti di nuova costruzione, in modo da non permettere mai più un caso orrendo come quello dell’eternit.

Infine una vita duratura ed una forte possibilità di riciclo o di riutilizzo al momento dello smaltimento rappresentano l’ultima caratteristica necessaria per poter definire un materiale sostenibile.

Alcuni esempi pratici di materiali sostenibili.

La rigidità dei canoni necessari a definire un materiale sostenibile ha costretto il mercato dei materiali edilizi ad una ricerca innovativa e virtuosa che ha portato alla produzione di risultati stupefacenti come ad esempio:

Una mistura di cemento lana e legno che permette la realizzazione di strutture portanti durature, impermeabili, ignifughe e resistenti ai parassiti.

Oppure mattoni sostenibili dalle altissime prestazioni che richiedono un bassissimo sforzo produttivo garantendo allo stesso tempo ottime capacità di regolazione termica.

Od ancora l’utilizzo della lana di pecora che, una volta compressa in pannelli, garantisce un perfetto isolamento termico con benefici riscontrabili anche nel campo dell’isolamento acustico e del filtraggio dell’aria. Il tutto sempre garantendo un basso impatto ambientale ed alte possibilità di riciclo.

Sempre nel campo degli isolanti termici stanno ottenendo grande successo le radici dei funghi che, grazie a performance veramente notevoli, stanno diventando una valida ed apprezzata alternativa ai tradizionali sistemi di coibentazione.
Inoltre ottimi risultati sono stati raggiunti dai pannelli radianti realizzati in fibra di vetro e terracotta che garantiscono una riduzione dei consumi elettrici e la mancanza di emissioni di natura inquinante.
Vanno poi segnalate tutte le diverse vernici a base di minerali completamente atossiche e capaci di combattere l’umidità ed il formarsi di muffe pericolose.
Infine devono essere sottolineate tutte quelle soluzioni prefabbricate e modulari che, realizzate sempre con materie prime sostenibili o da materiale riciclato, stanno riscontrando le applicazioni più svariate anche grazie a costi contenuti e alla semplicità di montaggio che le rende installabili anche da personale non professionista.

I vantaggi dell’architettura sostenibile.

Oltre ai vantaggi su scala ambientale e planetaria già descritti, l’architettura sostenibile permette di beneficiare di vantaggi più immediati come l’incremento della sicurezza in caso di incendio (moltissimi prodotti sostenibili infatti vantano proprietà ignifughe) o in caso di sisma: affermazione particolarmente appropriata se applicata ad edifici realizzati principalmente in legno, che viene considerato il materiale migliore per la costruzione in zone sismiche.

Scegliendo la via del sostenibile riscontreremo diversi vantaggi anche in campo economico dove sarà possibile risparmiare sui costi vivi di materiali e di realizzazione (questi ultimi possono essere abbattuti in maniera ancor più considerevole se si optasse per materiali prefabbricati di facile installazione come quelli che si usano anche per gli infissi) e soprattutto sui costi di gestione. Abbracciando a pieno i principi della bioarchitettura infatti sarà possibile realizzare una Casa Passiva che non avrà bisogno di sistemi di riscaldamento in inverno o di climatizzatori in estate riducendo così significativamente i costi in bolletta ed aumentando il comfort della vita di tutti i giorni.