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Il sonno fin dai primi istanti di vita rappresenta uno degli aspetti fondamentali della nostra esistenza. Ecco perché i neo genitori una delle cose che maggiormente soffrono con l’arrivo del loro bebè è il cambiamento delle loro abitudini di sonno. Ma se riposare correttamente per un adulto è molto importante forse lo è ancora di più per un neonato. Capire le sue esigenze e aiutarlo senza stress nel gestire al meglio il suo riposo deve essere una delle priorità dei genitori.

La prima cosa da chiarire è che ogni bambino è diverso e ogni nucleo familiare rappresenta un caso a sé. Un’altro punto di particolare attenzione sono i consigli che i genitori ricevono da parenti e amici. Sicuramente vengono offerti con le migliori intenzioni ma rischiano di passare come dogmi assoluti che possono creare più danni che benefici.

Bisogna sapere che i neonati se in buona salute e se vivono all’interno di un ambiente sereno non hanno problemi di sonno in quanto nei primi mesi di vita dormono quando sono stanchi e si svegliano quando ne sentono il bisogno.

L’alternanza sonno veglia di un bambino in condizioni normali è gestita dallo stimolo della fame. Quando è ben sazio si addormenta normalmente in un comodo lettino e, se non vi sono le fastidiose colichette, si risveglia solo quando ha completato la digestione.

Considerato che questa dura dalle 2 alle 3 ore è naturale che il suo ciclo del sonno abbia queste tempistiche. E sappiamo bene che è quello a cui i genitori fanno maggiore fatica ad abituarsi essendo orientati a cicli di 7 o 8 ore.

I genitori devono quindi imparare a non pretendere troppo dal bambino che dorme sì 16 o 18 ore al giorno ma per periodi molto brevi. Un lasso di sonno di 5 ore rappresenta per lui già una notte intera. Anzi se di notte dorme di più il pediatra può consigliare in certi casi di svegliarlo per effettuare la poppata. Assecondare questo ritmo e cercare di aiutare il bambino ad addormentarsi nel modo più naturale e veloce possibile è uno dei compiti più ardui ma al contempo più piacevoli per un genitore.

Ci sono alcuni consigli che danno gli esperti che possono essere utili.

Il primo passo è impare a conoscere il proprio figlio. Quindi bisogna prima di tutto farsi un’idea delle sue abitudini di sonno e questo si può facilmente fare tenendo dei registri dove annotarle. Bisogna osservarlo per un giorno e una notte interi e annotate uno schema delle sue abitudini per poter trovare le idee migliori o semplicemente quelle più adatte a lui.

Una prima annotazione può riguardare la durata e la frequenza dei pisolini ma anche il modo in cui si addormenta e il luogo. Sarebbe buona norma segnare anche dove poi effettua il sonnellino e quali sono le condizioni ambientali in cui si svolge. Se viene disturbato e quali ne sono le cause.

In un altro registro si possono invece segnare le cose che avvengono prima della nanna per capire il grado di attività che aveva il bambino, come questo si è portato verso il livello di tranquillità e quali erano le condizioni di luce e rumore presenti nell’ambiente.

Un ultimo registro è quello dei risvegli notturni. Sapere a che ora si è svegliato, in che modo lo ha fatto, quanto è rimasto sveglio prima di riaddormentarsi e per quanto è rimasto nel sonno senza più svegliarsi.

Sulla base delle annotazioni sarà possibile stilare un programma per aiutare il neonato ad addormentarsi. Non si tratta comunque di un percorso rettilineo e semplice neppure se attentamente studiato ma potrebbe essere un passo fondamentale per vivere al meglio questa traumatica fase della vita genitoriale.

Una volta stabilito di che cosa ha bisogno il neonato si più scegliere tra una serie di tecniche scientificamente provate. Per esempio se il bambino notiamo tende ad addormentarsi mentre prende il latte potrebbe col passare del tempo associare il sonno al pasto e quindi non addormentarsi più in altre condizioni.

Questo soprattutto quando è più grande potrebbe essere un grosso problema. Si consiglia allora di farlo mangiare fino a quando sta per addormentarsi ma di interrompere gentilmente il pasto poco prima che questo accada.

Se si nota invece che tende a dormire più di giorno che di notte lo si può aiutare a crearsi un ritmo più adatto anche alle esigenze dei genitori cercando di ridurre la frequenza e la durata dei pisolini pomeridiani. Oppure può fare durante il giorno il riposo in una stanza illuminata con i rumori della vita diurna in sottofondo. Alla notte invece si consiglia un ambiente buio senza rumori e voci di conversazioni.

Ma per aiutare al meglio il proprio bimbo a dormire quando effettivamente ne ha bisogno consideriamo che nei primi mesi non riesce ancora a comprendere quando è effettivamente stanco e necessita di riposo. Quindi se lo si vede irrequieto e noioso è il caso di metterlo comodo e assecondare i suoi gusti nel dormire con la culla, la temperatura e gli odori che preferisce secondo quanto si è imparato tenendo i registri di cui abbiamo parlato.